Varcare la soglia di un complesso senza conoscere la sua storia, elemento fondamentale per cogliere i particolari, i dettagli ed il loro significato, come ad esempio le scene rappresentate nelle pitture murali, fa si che tutti i templi si assomigliano limitandosi a visitarne giusto un paio; forse è questo il motivo per cui il Wat Suthat pur essendo di categoria reale è poco visitato, anzi adesso in era post Covid direi deserto.
Questo complesso templare sorge al
margine del grande piazzale davanti alla sede centrale del comune di Bangkok in
Bamrung Meuang Thanon (road), è aperto dalle 8:30 alle 21 e l’ingresso costa 100
Baht. Facilmente raggiungibile a piedi dalla Piazza Democracy Monument incamminandosi
lungo la Dinso road oppure dal Loha Prasart serpeggiando tra viuzze dove qua e la ancora resistono antiche dimore in legno.
Il Wat Suthat ha un passato in simbiosi con quello dell’altalena gigante (Giant Swing), come detto appartiene alla categoria dei
templi Reali e di grande interesse religioso, ma con qualcosa di magico; specialmente all'imbrunire è uno di
quei luoghi imperdibili di Bangkok.
Accanto all’ingresso principale svettano i due piloni di colore rosso risalenti al 1784 ed è quel che resta della grande
altalena (Sao Ching Cha), essi in passato erano uniti alla sommità da una sbarra
alla quale era fissata l’altalena usata durante una cerimonia induista, la
festa del ringraziamento brahmanico in onore di Shiva.
Questa cadeva a metà
Dicembre e coinvolgeva giovani e monaci nel tentare di afferrare delle
borse colme di monete d’oro e di argento, una specie dell’albero della cuccagna
ma data l’altezza della struttura era molto pericoloso e nel corso degli anni provocò vari incidenti
anche mortali che ne decretarono la fine.
Dopo un lungo restauro finalmente nel 2021 riappare lo splendore del bianco, la lucentezza dell’oro e la pulizia dei piazzali interni che creano un’oasi di tranquillità in questa caotica area centrale della città.
Qui ancora non ci sono orde selvagge di turisti a caccia di selfie, questo è un luogo di preghiera ma anche un luogo per prendersi una pausa al fresco, sia seduti sulle panchine dei suoi ampi giardini sia seduti davanti ai numerosi ventilatori sparsi
nella sala del Phra Ubosot, l’edificio presidiato dalle statue di soldati, inoltre si potrebbe anche all'occorrenza fruire dei rinnovati e puliti servizi igienici, dato che in quest'area della città non vi sono shopping malls che solitamente adempiono a questa funzione.
Storia del Tempio
La
sua costruzione iniziò nel 1807 durante il Regno di Rama I al fine di custodire la
grande statua del Buddha di bronzo risalente al Regno di Sukhothai, e fu completata da Rama III nel 1847. Questo complesso templare ospita un museo di
sculture in pietra, bronzo e statue di Buddha, ma i pezzi più originali sono le
statue di marinai Americani, guerrieri Cinesi , 4 cavalli di bronzo e 28 pagode
Cinesi esagonali. Il chiostro principale chiamato Phra Vihara Luang è il più grande
dei templi di Bangkok, è molto raffinato e si erge su due livelli accessibili da
grandi portali in teak finemente intagliati raffiguranti la foresta mitologica
di Himavada, al suo interno tra colonne di marmo e numerosi affreschi svetta la
grande statua in bronzo raffigurante Buddha alta 8 metri e proveniente da
Sukhothai.
L’altro chiostro,
il Phra Ubosot è caratterizzato dai soldati di pietra che presidiano gli ingressi,
dai dipinti murali sulle pareti perimetrali, dai pannelli che tra le finestre
mostrano le prime vite del Buddha e dagli affreschi sulle imposte che illustrano
la città paradisiaca di Indra, mentre sulla parete centrale sono raffigurate le
tentazioni del Buddha ad opera di Mara, il diavolo, che non riuscendo a
spaventare l’illuminato con le sue orde diaboliche, allora invio le figlie; il
piacere, la lussuria e la voluttà, per tentarlo con le seduzioni della
giovinezza e dell’amore.
Decentrata al margine sinistro rispetto l’ingresso
principale (Giant Swing door) svetta la
piccola pagoda del 1844, Satta Maha Sathan, mentre alle spalle del Phra Ubosot
c’è il Museo, la sala dei sermoni Sala Kamparian e il villaggio dei monaci che
completano il complesso.
Sulla via del ritorno poco distante dal tempio al numero
268 di Dinso road c’è il santuario bramino Devasathan, invece per gli amanti
dell’ora del caffè e dolcetto nell’adiacente soi Lang Bot Pharam c’è una
deliziosa pasticceria Thai ospitata in una magnifica dimora in Teak
miracolosamente scampata al cemento, “the gingerbread house”, la specialità della casa è il mango giallo con riso glutaminoso cotto nel latte di cocco servito in maniera regale.
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